Lettera Febbraio - Marie Claire Italia
This article was a letter written as a guest for Marie Claire Italy to open up their February issue of the print magazine.
CAR* LETTOR*, IERI NOTTE ERO SEDUTA DAVANTI A UN DIZIONARIO DI LINGUA ARABA A CERCARE IL SIGNIFICATO DI فن ("FANN"): "ARTE".
Ci sono parole che fanno parte della quotidianità e a cui non diamo grande importanza, finché non siamo faccia a faccia con la necessità di doverle spiegare.
Se dovessi descrivere il colore blu a un cieco, mi verrebbe da parlargli del cielo o del mare, ma se lui non ha mai visto il cielo o il mare, come si fa? E in questo caso è ancora quasi facile, perché il colore del cielo è universale, insomma è blu, che tu lo voglia definire celeste o azzurro, il nostro immaginario comune sarà estremamente simile se non identico. Non penseremo che il cielo è verde prato.
Ipotizziamo invece di avere una classe di bambini provenienti da ogni paese del mondo, e chiediamo a tutti di disegnare un fiore; penso che sarà raro trovare due disegni identici. La nostra percezione del mondo viene modellata dal mondo stesso che ci circonda, ciò nonostante rimane estremamente singolare e unica.
Ogni tot mesi mi salta in testa una nuova domanda esistenziale che poi uso per torturare i miei amici. Eccone una: cos'è l'arte? Cosa è definibile come arte? E l'arte ha delle limitazioni? Dovrebbe avere regole? È arte solo nel momento in cui ha un pubblico o resta tale anche se rimane privata? Ha senso solo se provoca emozioni? Deve risuonare in modo universale o funziona anche se è relativa? Deve essere compresa?
Come puoi immaginare non sono arrivata ad una risposta conclusiva. Per quanto banale possa sembrare questo discorso, credo fortemente che l'arte si insinui profondamente nella nostra quotidianità in forme invisibili. Siamo costantemente circondati da arte.
Anzi siamo bombardati da stimoli creativi, che possono essere arte come non esserlo. Chi decide il confine? Oggi l'arte non è più elitaria, chiunque può creare qualcosa perché i mezzi sono diventati accessibili a tutti. E tutti possono comprenderla. La trovo una cosa bellissima.
Non ti è mai capitato di entrare in un museo, e uscirne sentendoti un po’ stupid* perché non ne hai capito niente? Eppure oggi la vastità di ciò che può essere definito arte ti offre la possibilità di trovare in qualche angolo sperduto del mondo qualcosa che qualcuno ha creato e parla solo a te. Magari addirittura chi l'ha creata non la considera arte perché non è un "artista" tradizionale, ma ai nostri occhi lo diventa. La conclusione alla quale penso di essere arrivata è che l'arte ci appartiene sempre e comunque.
«Che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta» (Alessandro Michele).